Cattedrale di San Sabino

Straordinaria dimostrazione della storia della città di Bari, costruita sulle rovine del duomo bizantino, dimostra il forte rapporto che la città di Bari ha con San Sabino. L’esterno caratterizzato da straordinarie forme frutto di composite soluzioni architetturali fa da contraltare all’interno, lineare ed armonico.

La Cattedrale rappresenta uno dei più fulgidi esempi di architettura di stile romanico. Presenta una facciata in luminosa pietra calcarea, ornata da archetti, lesene e un rosone dalla ghiera istoriata. Da ammirare le testate del transetto, con rosoni e bifore, la trulla (antico battistero convertito in sacrestia) e il campanile dall’alta cuspide. L’interno a tre navate, spogliato dagli stucchi barocchi all’inizio del Novecento, appare solenne e armonioso, sobriamente decorato da elementi scolpiti nel calcare a vista. Sotto il transetto si trova la cripta, con l’icona della Vergine Odegitria, cui la chiesa era dedicata anticamente.

Nella cripta sono conservate le reliquie di San Sabino, vescovo di Canosa, nell’altare maggiore. Trasportato il busto argenteo di San Sabino nell’archivio capitolare, oggi è venerata l’icona della Madonna Odegitria secondo la tradizione giunta dall’Oriente nel VIII secolo, ma in realtà più tarda e dal culto molto antico.
Nelle absidi minori vi sono due sarcofagi: uno contiene le reliquie di Santa Colomba, di recente restaurate, e l’altro reliquiari vari. Nella sagrestia di destra è collocato un altare con un dipinto raffigurante, probabilmente, San Mauro, ritenuto primo vescovo d Bari.

Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, nella cattedrale si osserva un fenomeno insolito: intorno alle 17, i raggi solari che penetrano dai 18 spicchi del rosone della facciata vanno a combaciare perfettamente con i petali della rosa che orna il pavimento della navata.