Bari, la città dell’accoglienza

Bari come una casa comune, dove il dialogo interreligioso unisce cattolici e ortodossi nel nome di Nicola di Myra; la Bari Vecchia dove le donne aprono le loro porte ai visitatori curiosi, svelando trucchi e segreti delle antichissime lavorazioni della pasta.

Bari come Città del Levante, dove la comunione di intenti passa anche attraverso l’economia e il commercio, grazie a una Fiera che ha la sua origine negli anni Venti del Novecento.

L’itinerario alla scoperta di Bari all’insegna del dialogo interculturale non può che partire dal quartiere Carrassi. Quartiere dove da inizio Novecento si trova la Chiesa ortodossa di San Nicola.

Ci addentriamo nel centro di Bari per una sosta presso l’Università degli Studi Aldo Moro, intitolata allo statista ucciso dai brigatisti che, nella sua carriera politica, ha rappresentato un fulgido esempio di dialogo e ricerca del contatto tra parti spesso storicamente contrapposte.

Arriviamo al Castello Svevo, dove emerge tutto il significato culturale del regno di Ruggero II di Sicilia, committente della struttura e uomo di potere che ha saputo riunificare i regni dell’Italia meridionale sotto una sola guida.

Muoviamo verso il Lungomare Starita, dove ha sede il grande complesso della Fiera del Levante, tra architetture monumentali in stile Liberty e moderni edifici fieristici, senza dimenticare il vicino punto che ricorda il collegamento radio, inaugurato nel 1904 da Guglielmo Marconi, tra Bari e Antivari.

Le due sponde dell’Adriatico, che ogni giorno sono collegate con decine di traghetti che salpano alla volta di Corfù, Dubrovnik, Igoumenitsa, Durazzo rappresentano la chiave di lettura di una città sempre aperta alle influenze provenienti da lontano.

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